Terni, città dell'amore

Furio Miselli: un cittadino illustre di Terni e delle sue tradizioni

Furio Miselli è stato un illustre cittadino ternano che ha dimostrato il suo grande amore per la Città di Terni arrivando a dar vita all’attuale tradizione del Cantamaggio Ternano: fu proprio il 30 aprile del 1896 che il Miselli decise di rispolverare l’antica tradizione dei canti maggiaioli e, con un gruppo di giovani, si recò in giro per la campagna ternana portando a tutti Maggiu.

Il nostro nacque il 18 gennaio 1868 in una famiglia numerosa e benestante, che si sosteneva con i proventi della locanda L’Aquila d’Oro, che possedevano nel già ben rinomato Corso Tacito: la vita del nostro fu spensierata nella sua amata città ma l’avvento dirompente dell’industrializzazione lo sconvolse molto e lo plasmò per quelle che furono le sue scelte future.

Da spettatore inerme che vedeva scomparire la storia e la tradizione in funzione della modernizzazione, il Miselli iniziò a guardare al passato con nostalgia e malinconia: ben presto si rivolse assiduamente alle sue passioni, in special modo al mondo del canto per il quale lascerà la sua condizione di impiegato del dazio per iniziarlo a studiare sia a Terni che a Roma, esibendosi con un più che discreto successo.

Ma fu anche uno stimato e colto poeta che contribuì, nel 1921, alla nascita dello Sborbottu, un giornale dialettale in assoluta polemica contro gli effetti dell’industrializzazione e dell’immigrazione, volto alla piena e totale salvaguardia delle tradizioni locali del territorio.

E’ su questa forte onta che decise di riscoprire la nostra antica tradizione, rispolverando il Cantamaggio che, con il passare degli anni, iniziò a coinvolgere i più disparati strati sociali della città di Terni, diventando un appuntamento irrinunciabile che ancora oggi, grazie al contributo dei maggiaioli, si ripropone annualmente da oltre 120 anni.

Furio Miselli è e rimarrà sempre un personaggio molto importante per Terni e la sua storia: la sua vita, infatti, interrotta l’8 giugno del 1949 si continua a perpetrare nelle tradizioni da lui riscoperte; il suo amore per la città lo si continua piacevolmente a riscoprire nelle sue poesie, spesso però malinconiche in quanto dedicata a una scomparsa e ferita "di lui Patria”.

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