Terni, città dell'amore

La ninfa Feronia: divinità della stirpe Umbro-Sabina

Chi era Feronia?

Feronia era una delle divinità più antiche e importanti della stirpe Umbro-Sabina, venerata da Umbri, Sabini, Volsci, Piceni ed Etruschi. Il culto della dea fu poi ripreso e perpetrato dai romani che sovrapposero a quelle le loro divinità degradando Feronia a ninfa, una dea minore. Feronia mantenne però le sue prerogative di protettrice delle acque sorgive e di tutto ciò che da sottoterra esce alla luce del sole. 

Sotto la sua protezione vi era la fertilità del suolo e quella umana e animale: per gli italici era la protettrice della natura, dei boschi e delle fiere (dal latino "fera”, cioè fiera, bestia, animale, da cui il nome Feronia). Ad essa furono dedicati templi e sorgenti. In particolare la fonte edificata in suo onore, ancora oggi ben visibile e conservata, era originariamente circondata da un fitto bosco sacro di elci, poi andato distrutto. I santuari dedicati alla dea nell’Italia Centrale, presentano tutti, come quello di Narni, queste caratteristiche: si trovano fuori dal centro abitato e sempre in mezzo ad un bosco.

La leggenda di Feronia

La leggenda vuole che Feronia fosse talmente bella da avere continui pretendenti, ma lei si era innamorata solo di Giove, il padre degli dei, il quale per ricambiare il suo amore la rese immortale, facendola dissetare con il suo nettare prezioso, l’ambrosia: Giunone, moglie di Giove, non tollerò l’affronto e si vendicò scacciando Feronia da tutti i luoghi abitati, condannandola così a vagare nei boschi. Non contenta di averla bandita, chiese inoltre l’aiuto dei fiumi della zona affinché straripassero distruggendo tutti i luoghi dove lei si stabiliva a vivere. Fu cosi che Feronia, non sapendo più dove andare, vagabondò raminga per i boschi finché, stremata dalla stanchezza, cadde in un sonno profondo. Un contadino di passaggio però la vide e, colpito dalla sua bellezza, la raccolse, la curò e costruì per lei, ben nascosta tra la fitta vegetazione, la fonte oggi visibile a fianco della Rocca di Narni, che da quel giorno divenne per sempre la sua casa da dove lei ancora oggi continua a proteggere gli uomini e la natura.

 


Bibliografia
Mario Menghini, Terni tra folklore e tradizione, Morphema Editrice, Terni 2016.

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