
La leggenda di Sabino e Serapia
Una struggente storia d'amore, un sonno beatificatore capace di unire due cuori per l'eternità, un Vescovo divenuto Santo
La struggente storia di Sabino e Serapia risale al Seicento e tornò a nuova vita quanto, nel 1911, durante gli scavi nel sito delle attuali Acciaierie, nei pressi di Pentima, venne rinvenuta una tomba ad inumazione nella quale si rinvennero i resti di un giovane uomo e di una donna con le braccia legate tra loro da un anello di ferro che venne identificato come "bracciale nuziale”.
La leggenda di Sabino e Serapia
La leggenda narra la tragica storia d'amore di Sabino, giovane centurione romano di fede pagana e della bella Serapia, ragazza ternana di fede cristiana.
Sabino passeggiando per le vie della città di Interamna (Terni), incontrò la ragazza e se ne innamorò follemente: Ricambiato nel sentimento non indugiò e la chiese in sposa ai genitori di lei, ma ricevette un secco rifiuto a causa della differenza di religione, in un tempo in cui i cristiani erano perseguitati dai Romani.
Per superare questo ostacolo, la bella Serapia suggerì al suo amato di andare dal loro Vescovo Valentino per avvicinarsi alla religione della sua famiglia e ricevere il battesimo, cosa che lui fece in nome del suo amore. Purtroppo, proprio mentre si preparavano i festeggiamenti per quel battesimo e per le future nozze, Serapia si ammalò di tisi.
Valentino fu chiamato al capezzale della ragazza ormai moribonda e Sabino lo supplicò affinché non fosse separato dalla sua amata: la vita senza di lei sarebbe stata solo una lunga sofferenza. Il Vescovo battezzò il giovane, ed unì i due in matrimonio e mentre levò le mani al cielo per la benedizione, un sonno beatificatore avvolse quei due cuori per l'eternità.
Bibliografia
Mario Menghini, Terni tra folklore e
tradizione, Morphema Editrice, Terni 2016